Chi sono

Ho scelto di aprire un experience-shop, un posto dove vivere un’emozione, dove poter toccare con mano i gioielli e avere un contatto reale con le persone. Volevo un posto che mi rappresentasse, trasversale per età e per prezzo. Creo gioielli pensando a donne e uomini di carattere, che non puntano sulla firma, ma a sentirsi bene anche con qualcosa no-logo. Uno stile inimitabile che nasce da una visione fatta di ricerca e passione. non è necessariamente il prodotto a essere rivoluzionario, quanto il pensiero che si ha dello stesso, vedendolo e interpretandolo in modo diverso. I miei gioielli spaziano dall’occasione speciale alla quotidianità, su cui mi concentro in particolar modo. L’originalità e la voglia di distinguersi rende tutto più difficile perché non sempre viene apprezzata e può succedere di non essere capiti. Ma vale la pena insistere aspettando la persona che apprezza e, per lei o per lui, lavorare con passione. Sostenere le proprie idee è una scelta controcorrente ma mi permette di dare vita a ciò in cui gli altri non credono più: l’artigianato.

Intervista a Paola Gerosa di Crearte con  Maria Vittoria De Matteis giornalista di Rai Radio1 per Raiplay Radio.

Nativa (edizione di maggio): prodotto da Rai per il sociale Dedicato all’espressione artistica declinata al femminile.

… E poi c’è chi fin da piccola non aveva dubbi sulla strada da intraprendere, come Paola, che ha puntato tutto e da subito sulla sua passione, l’art orafa.

“Ho iniziato a fare gioielli  quando ero proprio una bambina, 7 o 8 anni, con le perline di bigiotteria, cose molto semplici, per iniziare. Poi la grande passione si è tramutata in studi e in lavoro. Dopo il liceo mi sono laureata presso l’Università di Roma La Sapienza in Storia dell’arte. Ho, quindi, imparato a guardare, a vedere, a saper apprezzare il bello e ho elaborato una tesi sul gioiello d’autore tra il 1970 e il 1990, poi pubblicato dall’Electa, una casa editrice specializzata in libri d’arte. Da lì, in parallelo agli ultimi esami, ho iniziato a seguire un corso di oreficeria che mi ha permesso anche di entrare in contatto con molti artisti e di conoscere il gioiello non solo in senso classico ma anche e soprattutto dal punto di vista creativo e innovativo. Inizialmente ho iniziato a lavorare appoggiandomi ad altri negozi o ad associazioni culturali presso cui  tenevo corsi di oreficeria; cosa che faccio tuttora presso il mio negozio. In questo momento solo lezioni individuali, prima, e spero ancora in futuro, erano lezioni di gruppo in cui la condivisione di idee è importante. Ho iniziato a lavorare in un laboratorio in un appartamento appoggiandomi ai negozi per la vendita. Poi finalmente, ho aperto il mio negozio che rappresenta la mia vita. Ho lavorato molto per poter coronare questo sogno e raggiungere questo obiettivo. Per la realizzazione del progetto ho cambiato punto di vista, guardando il gioiello non solo dalla mia prospettiva: ho studiato, elaborato un modo nuovo di fare gioielli affiancandolo a una tipologia più classica per rispettare la più ampia tipologia di gusto, anche per mantenermi. Realizzo, per lo più, un modello in cera che poi viene fuso nel metallo scelto. La cera, essendo molto malleabile, concede moltissimo; ogni liea si può realizzare. Provo una grandissima libertà nel lavorare; mi concentro talmente tanto che mi capita di estraniarmi dal mondo circostante. Mi immergo nel lavoro, nell’oggetto che voglio tirare fuori, nella creatività assoluta. Non sono mai stata il tipo da lavoro da impiegata, uguale tutti i giorni, sono sempre stata una persona molto estrosa. Per questo ho scelto anche una tipologia di studio improntata all’arte, alla diversità, alla particolarità. Ho scelto una tesi sul gioiello d’autore nell’arte contemporanea, pur avendo studiato a partire dall’archeologia, per capire e conoscere meglio l’arte contemporanea che più ci è vicina e rappresenta il futuro,

L’intervista si può ascoltare su: www.raiplayradio.it/nativa/maggio

 

L’intervista completa è visibile su Facebook: Crearte e su Instagram: _crearte_

 

Bio Designer

Sono Paola Gerosa, titolare del brand Crearte. Progetto e realizzo personalmente i gioielli che vendo nell’unico punto vendita di Roma. Sono un’artigiana già da molti anni: ho fatto “pratica a bottega” presso due diversi laboratori di Roma per imparare il mestiere per poi continuare in autonomia su commissione di alcuni negozi della stessa città. Ora lavoro nel mio negozio con annesso laboratorio in assoluta libertà creando gioielli che mi rappresentano e che incontrano il gusto del pubblico.

La laurea in Storia dell’Arte conseguita presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” mi ha permesso di imparare a “guardare”: cogliere i dettagli della natura e del mondo che mi circonda in modo critico e produttivo. Nello specifico, la tesi di laurea che ho scritto sul  tema “Il gioiello d’autore tra il 1950 e il 1970”, mi ha aperto le porte di un mondo innovativo, artisticamente in evoluzione, quello degli artisti autori delle opere. Ho capito che l’arte non ha limiti. Tutto può essere creato e inventato percependo dettagli che altrimenti passerebbero inosservati.

Ho studiato a lungo i gioielli etruschi, barbarici, tribali e primitivi da cui ho imparato l’accostamento alla natura e la libertà del gesto. Come artista ho la capacità di salvaguardare il mio proprio linguaggio non inseguendo mai l’ovvietà delle forme. Questo modo di fare si trasfonde nel prodotto completo in tutta la sua sensibilità e la ricchezza della mia fantasia. La libertà, dopotutto, è la prima fonte di felicità.

Creo i miei gioielli plasmando direttamente la materia mediante la tecnica “a cera persa”, un procedimento tecnico antichissimo, che mi permette di ottenere le linee morbide. Realizzo un mondo fatto di rilievi, movimenti e curve. La tecnica è funzionale alla forma.

Non elaboro disegni preparatori ma i progetti in cera diventano i modelli da fondere in metallo. Lavorare direttamente la materia mi dà il senso esatto dell’oggetto che prenderà forma, facendo a meno del disegno. A volte è la materia stessa, con le sue caratteristiche, a suggerire un modello. Immagino oggetti nuovi e sorprendenti distanziandomi dalle mode e dalle oscillazioni del gusto.

Considero la realizzazione di un gioiello un’esperienza plastica a tutti gli effetti; è un errore, secondo me, distinguere l’arte in campi specifici: è una ricerca e un’attività globale che indaga lo spazio e il reale tenendo conto delle differenze: il gioiello nasce come un’opera d’arte.

Il significato della parola “gioielli” è legato al “gioco”. E’ la sintesi perfetta di come vivo questi accessori: mi aiutano a dare luce e colore ma soprattutto mi divertono. Per questo il loro valore non è necessariamente legato a quello economico. L’idea di ricchezza e di preziosità è data dalla capacità creativa di abbinare il rigore compositivo agli accostamenti imprevedibili.

Le creazioni plastiche hanno in sé grazia e forza, sono “Poemi scritti con la fiamma e con l’incudine”, come li descrive Giovanni Caradente, il quale sottolinea come “meritano particolare attenzione gli ornamenti creati con materiali inusitati al gioiello”.

Non amo i gioielli sfarzosi, tempestati di pietre preziose.Prediligo le pietre dure in quanto colore. L’uso delle pietre naturali bene si accosta con il desiderio cromatico che mi è proprio e rispecchia il mio modo di interpretare il gioiello. Ogni monile deve farci sentire appagati, ed esaltare la personalità di chi lo indossa, sottolineandola e assecondandola. Ogni accessorio diventa un elemento distintivo di carattere e personalità. Dopo la moda anche la gioielleria si orienta verso uno stile genderless più congeniale e affine ai Millennials. Il nuovo linguaggio è svincolato dal significato di genere per abbracciare un’espressione più libera, forse menefreghista, sicuramente meno convenzionale di quella tradizionale. L’esperienza di questi gioielli è assimilabile all’ascolto si un rapper che mescola hit del passato restituendo un look fatto di pezzi scollegati nelle epoche e nei linguaggi, riuniti da rime e ritmi che fanno funzionare tutto. Questa è un’epoca di rimaneggiamenti alla ricerca di nuovi significati ma anche nel tentativo di essere più ecologici e sostenibili. Spesso, per i miei gioielli, utilizzo ornamenti del passato che riempiono ogni casa ma che non rispecchiano la nostra personalità. Attraverso la tecnica di affinazione, riutilizzo l’argento riportandolo al titolo 925, più adatto per gli oggetti da indossare, smonto le pietre a cui dono nuova vita rimontandole in gioielli anche di grandi dimensioni che ben rappresentano una persona indipendente e decisa. In una parola, contemporanea.

 

Paola Gerosa, molto giovane, inizia a sperimentare in bigiotteria per poi dedicarsi all’oreficeria; tecnica appresa grazie alla frequentazione della Scuola Orafa Comunale di Via di San Basilio a Roma.

Al termine della scuola fa pratica “a bottega” presso 2 laboratori per poi iniziare a lavorare in proprio, dando forma alle proprie idee in metalli e pietre preziose e semipreziose.

Parallelamente alla frequentazione della scuola orafa si laurea presso La Sapienza di Roma, in Lettere e filosofia con indirizzo artistico, concludendo il corso di laurea con una tesi sul gioiello d’autore tra il 1940 e il 1970 in seguito ampliata fino al 1990 e pubblicata dall’Electa come catalogo.

Durante il periodo di laurea frequenta un corso di giornalismo portato avanti dal quotidiano “La Repubblica”.

Crea i propri gioielli nell’assoluta libertà conquistata anche attraverso gli studi universitari.

Svolge la propria attività di progettazione e realizzazione artigianale dei personali gioielli anche su richiesta di clientela privata.

Per 10 anni ha insegnato l’arte di creare i gioielli presso alcune botteghe d’arte  in Roma.

Collabora con il mensile “Il 20esimo” e con “Romaxte”, con una rubrica che si occupa di oreficeria e arte.